Questa rubrica contiene articoli e interventi miei o altrui a carattere sociale, politico e di attualità, volti a evidenziare e smascherare le mille forme di condizionamento e di manipolazione cui siamo quotidianamente sottoposti, costituendo in tal modo una sorta di pars destruens rispetto alle concezioni e alle idee espresse nella precedente sezione, di cui rappresenta il complemento e l'antitesi, come una sorta di Ombra.

Il navigatore attento non mancherà di trovarvi pensieri e posizioni anche piuttosto antitetici o contraddittori fra loro, secondo un principio di trasversalità intellettuale che ha caratterizzato negli anni la mia ricerca e i miei studi, nonché i molteplici incontri e contatti con personaggi diversi, provenienti da parrocchie e ideologie contrapposte ma tutti animati da un'aspirazione reale e sincera comune.

Questo spiega quindi, in qualche modo, la fondamentale eterodossia di questa rubrica, nonché la sua stessa ragion d'essere: scardinare le coscienze - prima di tutto la mia - per giungere così, forse un giorno, a quella "terra di nessuno" priva di ogni certezza dove ciascuno può ritrovarsi solo di fronte a se stesso e alla verità delle cose.

Può sembrare poca cosa, di fronte alla complessità del reale: ma poiché prima o poi abbandoneremo tutti questo pianeta, meglio prepararci fin d'ora a separarci anzitutto dai nostri schemi mentali.

Ieri, mentre fremevo disperato in mezzo alla strada, inchiodato al suolo, una goccia di pietà cadde dall'alto sul mio viso; non un alito di vento nell'aria, non una nube in cielo… c'era soltanto una presenza. (André Schwartz-Bart, L'ultimo dei giusti, Parigi 1959)

Roma, 13 Settembre 2013

Dinosauri

Categoria: Dissonanze Sabato, 04 Ottobre 2014 Scritto da Pierluigi Gallo Ziffer Stampa Email

UNA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE

Uno spettro si aggira per l'Europa – lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa, il papa e lo zar, Metternich e Guizot, radicali francesi e poliziotti tedeschi, si sono alleati in una santa caccia spietata contro questo spettro. (Marx ed Engels, Manifesto del Partito Comunista, Londra 1848)


C'erano una volta i comunisti.

Quando, direte voi? Forse dieci, forse cento, forse mille anni fa. C'era una volta un tempo lontano in cui esistevano i comunisti, prima del grande diluvio, prima dell'epoca delle grandi piogge, prima dell'ultima glaciazione… insomma, c'era una volta lo spettro del comunismo, che si aggirava furtivo - e a volte furioso – lungo l'intero perimetro della vecchia Europa.

Adesso invece non c'è più niente, e il mondo vive di certo più in pace.

C'erano dunque una volta i comunisti, e con essi c'erano pure i fascisti: giovani o meno giovani, poveri o ricchi, belli o brutti che fossero, tutti riuniti pro o contro questo grande ideale, poco importa se buono o cattivo, un ideale per cui vivere – e all'occorrenza morire – lungo il corso monotono di questa nostra esistenza.

Un tempo infatti ci si sparava, ci si sprangava, ci si pestava e ci si uccideva per questo ideale: oggi invece ci si spara, ci si spranga, ci si pesta e ci si uccide ugualmente, ma questa volta per nulla. Ci si uccide lo stesso, ma senza più alcun motivo, ci si distrugge a vicenda per niente, in questo silenzio assordante che ci circonda, emblema edonista e compiacente del politically correct dominante.

E allora forse dovremmo nuovamente inventarli, questi comunisti, visto che senza di loro il mondo dorme incosciente in un sonno pesante di vanità e delusione, in un miraggio del nulla che ci riporta nel nulla, poiché proviene esso stesso dal nulla.

Non che c'importi davvero dei "rossi", probabilmente, con le loro lotte infinite, le loro polemiche urlanti e le loro illusioni perdenti: forse potremmo anche fare a meno di loro.

Ma perlomeno, se fossero ancora su questa terra, ci sarebbe ancora qualcuno che riuscirebbe a dire di NO, che si saprebbe opporre davvero a questo disegno perverso di dominazione globale, di addomesticamento delle coscienze, di creazione artificiosa del consenso, in una parola a questo "nulla che avanza" che ha circondato e oppresso ormai quasi del tutto questo nostro pianeta.

Quindi, se sta un po' a cuore anche a noi la sorte futura non tanto della nostra realtà esteriore quanto piuttosto di quella interiore, se non vogliamo cioè anche noi "perdere l'anima" in questo abisso malato dell'inutilità generale, è bene forse rammentarci un po' di quel tempo, in cui esistevano ancora i dinosauri su questa terra, quando viveva ancora la specie estinta dei comunisti.

Per non dimenticare, ovviamente, ma soprattutto per continuare a sperare: perché se cessa la speranza in noi stessi, che come si sa è per definizione l'ultima a morire, vuol dire che molto prima di essa saremo certo anche noi belli che morti da un pezzo.

Roma, 4 Ottobre 2014
www.pierluigigallo.org