Questa rubrica contiene articoli e interventi miei o altrui a carattere culturale, artistico e spirituale, volti a definire dei possibili spunti di ricerca e di riflessione nei diversi campi del pensiero umano, come una sorta di pars costruens intorno ad argomenti di particolare interesse, in essa variamente rappresentati: i miei sono firmati tramite data e indirizzo web a fondo pagina, gli altri hanno l'indicazione dell'autore o del sito relativo subito dopo il titolo.

L'importanza della cultura e dell'arte nella ricerca spirituale del nostro tempo appare del resto centrale per la formazione di una coscienza individuale e collettiva, poiché ci fornisce un'immagine chiara di ciò che pensano, dicono o fanno gli esseri umani intorno a noi: dopodiché, fermarsi a tal punto e accontentarsi di ciò può essere inutile e fuorviante, poiché ci dà l'illusione che una comprensione mentale della realtà sia di per sé sufficiente a cambiarla - il che non è vero, come ben tutti sappiamo.

Ma senza un'analisi a monte e uno studio condotto anche sul piano intellettuale non è comunque possibile andare molto lontano, perché si rischia di rimanere inchiodati a banalità di ogni tipo, di cui il nostro tempo è un esempio: quindi è auspicabile unire fra loro la mente e il cuore, la fede e la scienza, l'intuizione e il pensiero per dedicarci umilmente alla ricerca interiore, senza pregiudizi né veti posti a sbarrarci la strada.

E' questo infatti lo scopo di questa rubrica: per essere pronti ad agire, quando il momento verrà.

L'unica cultura che riconosco è quella delle idee che diventano azioni. (Ezra Pound)

Roma, 13 Settembre 2013

www.pierluigigallo.org

Detti celebri dei Padri del deserto

Categoria: Risonanze Mercoledì, 07 Gennaio 2015 Scritto da Anonimo Stampa Email

L'ANTICA SAGGEZZA DELL'ORIENTE CRISTIANO

L’anima dell’uomo è un pane, l’anima celeste lo mangia.

Un anziano disse: “Faccio ciò di cui l’uomo ha bisogno: temere il giudizio di Dio, odiare il peccato, amare la virtù e pregare Dio senza interruzione”.

L’abate Iperechio ha detto: “Abbi sempre nello spirito il Regno dei Cieli e presto l’avrai in eredità”.

Un anziano disse: “La manna fu data a Israele per nutrirsi nel deserto, ma al vero Israele è stato dato il Corpo di Cristo”.

 Un anziano ha detto: “Quanto uno si sarà reso folle per il Signore, altrettanto il Signore lo renderà saggio”.

Un anziano disse: “ Colui che ha peccato contro Dio deve guardarsi da ogni relazione umana finché abbia la convinzione di aver ritrovato l’amicizia di Dio; poiché l’amore dell’uomo ci distoglie dall’amore di Dio”.

L’abate Amun disse: “Sopporta ogni uomo come Dio ti sopporta”.

Un fratello si recò presso un anziano che abitava al Monte Sinai e gli domandò: “ Padre, dimmi come si deve pregare, perché ho molto irritato Iddio”. L’anziano gli disse: “Figliolo, io quando prego parlo così: “ Signore, accordami di servirti come ho servito Satana e di amarti come ho amato il peccato”.

L’abate Evagrio diceva: “Se ti viene meno il coraggio, prega. Prega con timore e tremore, con ardore, sobrietà e vigilanza. Così bisogna pregare, soprattutto a motivo dei nostri nemici invisibili che sono malvagi e accurati nel male, perché principalmente su questo punto essi ci porranno ostacoli”.

Un anziano diceva: “ Non far mai nulla senza pregare e non avrai rimpianti”.

San Gregorio disse: “Dio esige tre cose da ciascun uomo che abbia ricevuto il battesimo: per l’anima la retta fede, per la parola la sincerità, per il corpo la castità”.

L’abate Pastor diceva: “Quali che siano le tue pene, la vittoria su di esse sta nel silenzio”.

Disse un anziano: “Senza la sorveglianza delle labbra è impossibile all’uomo progredire anche in una sola virtù; poiché la prima delle virtù è la sorveglianza delle labbra”.

L’abate Isaia disse: “Ama tacere piuttosto che parlare, poiché il silenzio tesaurizza, ma il parlare disperde”.

Un anziano disse: “Non colui che denigra se stesso è umile, ma colui che riceve con gioia le ingiurie, gli affronti e le critiche del prossimo”.

Un fratello interrogò un anziano: “Che devo fare, poiché la vanagloria mi attanaglia?”. L’anziano gli rispose: “Hai ragione, perché sei tu che hai fatto il cielo e la terra”. Il fratello, toccato dalla compunzione, disse: “Perdonami, non ho fatto nulla”.

L’abate Pastor disse: “L’uomo deve respirare incessantemente l’umiltà e il timor di Dio, come il soffio che inala ed espelle attraverso le narici”.

L’abate Pastor ha detto: “Non darti importanza, ma legati a colui che si comporta bene”.

Disse un anziano: “L’umiltà non è uno dei piatti del festino, ma il condimento che insaporisce tutti i piatti”.

Un anziano disse: “Credete forse che Satana voglia introdurre in voi tutti i pensieri? No, è per mezzo di un pensiero solo che vince l’anima e spera condurla a perdizione. Egli abbandona in essa quell’unico pensiero, non occorre altro. Attenti dunque a non mostrar compiacenza verso un solo cattivo pensiero”.

L’abate Ammon interrogò l’abate Pastor sui pensieri impuri e i vani desideri del cuore umano. L’abate rispose: “Un’ascia può vantarsi di far qualcosa senza colui che se ne serve per tagliare? Ebbene tu non coltivare questi pensieri ed essi saranno senza effetto su di te”.

Gli anziani dicevano: “Rimproverate i fanciulli se volete evitare che siano loro a rimproverarvi”.

A ogni pensiero che ti sopravviene - dicevano i vecchi - tu domanda: Sei dei nostri o vieni dal nemico? E non potrà non confessartelo”.

Anonimo, Detti e fatti dei Padri del deserto,
Rusconi, Milano 1975