Questa rubrica contiene articoli e interventi miei o altrui a carattere culturale, artistico e spirituale, volti a definire dei possibili spunti di ricerca e di riflessione nei diversi campi del pensiero umano, come una sorta di pars costruens intorno ad argomenti di particolare interesse, in essa variamente rappresentati: i miei sono firmati tramite data e indirizzo web a fondo pagina, gli altri hanno l'indicazione dell'autore o del sito relativo subito dopo il titolo.

L'importanza della cultura e dell'arte nella ricerca spirituale del nostro tempo appare del resto centrale per la formazione di una coscienza individuale e collettiva, poiché ci fornisce un'immagine chiara di ciò che pensano, dicono o fanno gli esseri umani intorno a noi: dopodiché, fermarsi a tal punto e accontentarsi di ciò può essere inutile e fuorviante, poiché ci dà l'illusione che una comprensione mentale della realtà sia di per sé sufficiente a cambiarla - il che non è vero, come ben tutti sappiamo.

Ma senza un'analisi a monte e uno studio condotto anche sul piano intellettuale non è comunque possibile andare molto lontano, perché si rischia di rimanere inchiodati a banalità di ogni tipo, di cui il nostro tempo è un esempio: quindi è auspicabile unire fra loro la mente e il cuore, la fede e la scienza, l'intuizione e il pensiero per dedicarci umilmente alla ricerca interiore, senza pregiudizi né veti posti a sbarrarci la strada.

E' questo infatti lo scopo di questa rubrica: per essere pronti ad agire, quando il momento verrà.

L'unica cultura che riconosco è quella delle idee che diventano azioni. (Ezra Pound)

Roma, 13 Settembre 2013

www.pierluigigallo.org

Nobilissimi ierei

Categoria: Risonanze Mercoledì, 04 Novembre 2015 Scritto da Cristina Campo Stampa Email

OMAGGIO A CRISTINA CAMPO
Eppure amo il mio tempo, il tempo della bellezza in fuga…


« Nobilissimi ierei, * grazie per il silenzio,* l'astensione, la santa * gnosi della distanza,
il digiuno degli occhi, il veto dei veli, * la nera cordicella che annoda ai cieli
con centocinquanta volte sette nodi di seta * ogni tremito del polso,
l’augusto cànone dell’amore incommosso, * la danza divina del riserbo:
incendio imperiale che accende * come in Teofano il Greco e in Andrea Diacono,
di mille Tabor l’oro delle vostre cupole, * apre occhi del cuore negli azzurrissimi spalti,
riveste i torrioni di Sangue... * Che prossimità spegne * come pioggia di cenere »
 

*

Cristina Campo, pseudonimo di Vittoria Guerrini (Bologna, 29 aprile 1923  – Roma, 10 gennaio 1977), è stata una scrittricepoetessa traduttrice italiana.

La sua concezione del cristianesimo fu nettamente ortodossa e contrapposta alla ventata di riforme liturgiche seguite al Concilio Vaticano II. Fu tra coloro che fondarono la prima associazione di Cattolici tradizionalistiUna Voce. Fu anche l'ispiratrice del lavoro, firmato dai cardinali Alfredo Ottaviani Antonio Bacci, del Breve esame critico del Novus Ordo Missae, il cosiddetto Intervento Ottaviani, di disamina critica a tali riforme.

La sua “metafisica della bellezza” la indusse a una controversa e profonda riflessione sulla liturgia, ritenendo la sacralità dei riti e la comprensione del valore della trascendenza efficaci difese dalla minaccia della despiritualizzazione del mondo incombente sulla modernità.

Il suo amore per la liturgia la avvicinò dapprima all'Abbazia benedettina di Sant'Anselmo sull'Aventino a Roma, dove si cantava ancora il gregoriano, e successivamente al Collegium Russicum. Nel suo modo di concepire la spiritualità cristiana individuò infatti nel rito bizantino una maggiore fedeltà ai principi del cristianesimo.

Al 1958 risale l'incontro per lei fondamentale, con lo studioso e scrittore Elémire Zolla, con il quale visse a lungo. L'ultimo decennio della sua vita la vide tuttavia emarginata dalla scena culturale e profondamente interessata alle tematiche del sacro e della spiritualità.  

Così Elémire Zolla e Pietro Citati ricordano quegli anni:

Durante la vita Vittoria non fu menzionata da nessuno di coloro che oggi si sentono liberi di parlarne. Non desidero valutare i loro criteri di silenzio e se mai volessi dichiararli, sarei portato molto lontano, dove non desidero andare. Fino al 1980 c'era comunque un sistema di divieti, instaurati nel 1968, e rientrava in essi la proibizione di menzionare Vittoria. Fece eccezione Calasso, che osò scriverne un necrologio per il Corriere della Sera. (Un destino itinerante di Elémire Zolla Doriano Fasoli, Venezia, Marsilio Editori, 2002, pag. 37)

Gli anni della malattia furono anche gli anni della crisi mistica, e dei testi più belli che Cristina Campo abbia mai scritto. Dopo la morte del padre e della madre - strazio per lei indicibile - andò ad abitare a piazza Sant'Anselmo, sull'Aventino. Dapprima nella stanza di un piccolo albergo, dove tutto sapeva di Emily Dickinson; e poi in un incantevole appartamento in fondo alla piazza, sempre sotto la protezione dell'immensa abbazia, «L'abbazia - scriveva nell'agosto 1965 a Maria Zambrano - è quasi disabitata: non c'è Musica né Liturgia: solo pochi conversi e i sacerdoti rimangono. Ma la Messa del mattino, col suo sepolcrale silenzio, la Compieta al tramonto, il suono delle campane che ordina il giorno, accompagna dolcemente la notte - questa esistenza, infine, quasi di oblati in ritiro - è puro olio soave sull'anima e il corpo». (Piero Citati, Corriere della Sera, 5 Gennaio 2012)

Sulla rivista Conoscenza religiosa, diretta da Elémire Zolla, apparvero i suoi ultimi scritti, tra i quali vanno ricordati il saggio Sensi soprannaturali e le "poesie sacre" ispirate alla liturgia bizantina, fra cui Nobilissimi ierei (1977), riportata qui sopra.

liberamente tratto da
 https://it.wikipedia.org/wiki/Cristina_Campo e http://www.cristinacampo.it/

vedi anche: http://www.simmetria.org/simmetrianew/contenuti/articoli/56-spiritualita-e-mistica/924-cristina-campo-tra-cattolicesimo-tridentinoed-esoterismo-cristiano-di-marco-toti.html