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DOPO LUCIANO LAMA E JOSEPH RATZINGER, ANCHE I PADRI NOBILI DELLA STORIA DELLE RELIGIONI VENGONO ORMAI SOLENNEMENTE ESPULSI DALL'UNIVERSITA' ITALIANA
Diffamate, diffamate, qualche cosa resterà. (Voltaire)
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Reduce da un seminario alla Sapienza di Roma, dal titolo Relazioni pericolose. La storia delle religioni italiana e il fascismo, dove dottorandi e associati del Dipartimento di Storia delle Religioni, insieme a docenti ordinari di altre facoltà, hanno messo alla sbarra figure come Eliade, Tucci, De Martino e Petazzoni (nonché indirettamente allo stesso Jung), accusandoli tutti a vario titolo di fascismo (intrinseco, implicito o esplicito che sia), mi accingo a scrivere due righe di sfogo dinanzi a un uso così strumentale della conoscenza.
Il convegno in questione, infatti, non è stato un semplice seminario a carattere culturale: si è trattato in realtà di un vero e proprio "tribunale del popolo" deciso a stroncare alla radice, attraverso l'uso "militante" della kultur cognitivista e neokantiana, ogni manifestazione del pensiero tradizionale in ambito storico-religioso, accusandolo di fascismo oppure, ove ciò non fosse possibile, di para-fascismo implicito nella visione mitica stessa dell'universo.
Come dire, ad esempio, che se Jung parla di archetitpi e non di "prototipi" (per citare una famosa definizione di Furio Jesi) è implicitamente fascista anche lui, perché sdogana e sostiene una concezione mitica della realtà fatta propria dall'idealismo (gentiliano, nonché evoliano), contro cui non solo il materialismo storico, ma anche il cognitivismo popperiano made in usa sono da tempo in trincea.
"Cognitivismo", è questo infatti il nuovo nome dell'anti-spiritualismo contemporaneo, che non si accontenta di criticare metodologicamente il pensiero mitico e tradizionale ma si prefigge di annientarlo e distruggerlo, bollandolo come reazionario.
Ora, pur non essendo personalmente né fascista né tradizionalista, sono nel contempo convinto che l'inquisizione laicista contemporanea non abbia alcun diritto di violentare il pensiero mitico e tradizionale, come di fatto sta cercando di fare, utilizzando peraltro il vecchio trucchetto dell'antifascismo per delegittimare l'avversario ideologico.
Perché se dovessi scegliere fra materialismo laicista da una parte e spiritualismo idealista dall'altra, pur non essendo un reazionario sceglierei senz'altro quest'ultimo: quando si alza una barricata, infatti, o si sta da una parte o si sta dall'altra, e con l'intolleranza ideologica dei giacobini moderni non voglio averci nulla a che fare.
Roma, 5 Dicembre 2015
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