HANNO FATTO IL DESERTO E L'HANNO CHIAMATO PACE (TACITO)
Predatori del mondo intero, (...) dopo aver devastato tutto, non avendo più terre da saccheggiare, vanno a frugare anche il mare; avidi se il nemico è ricco, smaniosi di dominio se è povero, tali da non essere saziati né dall'Oriente né dall'Occidente, gli unici che bramano con pari veemenza ricchezza e miseria.
Distruggere, trucidare, rubare: questo, con falso nome, chiamano Impero e là dove hanno fatto il deserto, lo hanno chiamato Pace. (Publio Cornelio Tacito, La vita di Agricola)
Tutti quelli che ieri hanno esultato per l'elezione di Obama, credendo che avrebbe dato una svolta alla politica imperialista USA in giro per il mondo, l'hanno fatto basandosi su un postulato preciso: che egli fosse meglio di Bush.
Quest'ultimo, infatti, per loro è cattivo perché ha invaso l'Iraq, mentre il neo-presidente liberal, essi forse pensavano, è buono e non farà così: ma i recenti eventi che si stanno verificando in questo martoriato paese, con l'avanzata delle truppe jihaidiste dell'ISIS (sostenute peraltro in Siria contro Assad dagli stessi USA, nonché finanziate direttamente in Iraq dall'Arabia Saudita in funzione anti-iraniana) dimostrano che fra i democratici e i conservatori yankee vi è la stessa differenza che c'è nei telefilm di cassetta fra il poliziotto buono e quello cattivo. Ovvero nessuna.
Il poliziotto cattivo (George Bush) invade infatti l'Iraq e distrugge alla radice ogni possibilità di convivenza interetnica fra i diversi popoli della nazione, provocando così il clima di terrore e l'ecatombe quotidiana che da anni ben conosciamo; il poliziotto buono (Barak Obama) evita invece di intervenire militarmente, quando ormai tutto sta per saltare in aria definitivamente, sperando che sunniti e sciiti iracheni si massacrino finalmente fra loro e che, per difendere quest'ultimi, l'Iran si faccia trascinare in una sorta di "guerra civile panislamica", riuscendo così ad attaccarlo "per interposta persona" e a presentare poi al mondo la democrazia made in USA come unica garante possibile dell'unità nazionale irachena e dell'intera regione.
In poche parole, prima appiccano l'incendio, poi accorrono come pompieri: mentre il mondo resta a guardare.
Roma, 12 Giugno 2014
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