"MI TROVERAI PAZIENTE, A DIO PIACENDO, E NON TI DISOBBEDIRO' IN NULLA" (SACRO CORANO, SURA XVIII)
Avviluppante, calmante, rinfrescante, tonificante, il verde è celebrato nei monumenti religiosi che i nostri antenati innalzarono nel deserto. Verde è rimasta per i cristiani la Speranza, virtù teologale. Ma il cristianesimo si è sviluppato in climi temperati, in cui l’acqua e la verzura sono normali. Diversamente avviene nell’Islam, le cui tradizioni sono nate come miraggi, al di sopra dell’immensità ardente dei deserti e delle steppe.
La bandiera dell’Islam è verde; e questo colore costituisce per i musulmani l’emblema della salvezza e il simbolo delle più grandi ricchezze, materiali e spirituali, la prima delle quali è la famiglia: verde era, si dice, il mantello dell’inviato di Dio, sotto il quale i suoi diretti discendenti – Fatima, sua figlia, Alì, suo genero, e i suoi due figli Hasan e Husain – si rifugiavano nell’ora del pericolo, e per questo motivo essi vengono chiamati i quattro sotto il mantello: i quattro sono anche i pilastri con i quali Maometto costruì il suo tempio.
E la sera i nomadi, dopo aver detto l’ultima preghiera, evocano la meravigliosa figura di Al Khidr, l’Uomo Verde. Khidr è il patrono dei viaggiatori ed incarna la Providenza divina. La tradizione vuole che egli abbia costruito la sua casa al punto estremo del mondo, là dove si toccano i due oceani, celeste e terrestre (un "pontefice", quindi, che mediante il corpo causale, o Manto di Dio, unisce anima e corpo): egli rappresenta dunque bene la misura dell’ordine umano, equidistante dall’Alto e dal Basso.
Colui che incontra Khidr, però, non deve porgli alcuna domanda e deve sottomettersi ai suoi consigli, per quanto stravaganti possano sembrargli. Poiché Khidr, come tutti i veri iniziati, indica il cammino della verità sotto apparenze talvolta assurde. (Dizionario Rizzoli)