UN BREVE RITRATTO DEL FIGLIO DEL VENTO, IL "SIGNORE DEL SABATO"
Ovunque le gesta di Rama sono cantate, in tutti questi posti Hanuman piange lacrime di devozione e gioia, in tutti questi posti la sua presenza scaccia la paura dei demoni. (Hanuman Chalisa)
Il Sundara Kanda, il quinto libro del Ramayana, si concentra particolarmente sulle avventure di Hanuman. Egli incontrò Rama mentre questi era in esilio, e con il fratello Lakshmana era alla ricerca di sua moglie Sita, rapita dal re rakshasa Ravana; la loro ricerca li aveva portati nelle vicinanze della montagna Rishyamukha, dove Sugriva, con i suoi seguaci e amici, si stava nascondendo da suo fratello maggiore Vali, il re vanara con il quale aveva avuto una grave incomprensione: rifiutandosi di ascoltare le ragioni di Sugriva, Vali lo aveva bandito dal regno, e aveva trattenuto sua moglie com prigioniera nel suo palazzo.
Vedendo arrivare Rama e Lakshmana, Sugriva mandò Hanuman ad accertarsi delle loro identità. Hanuman avvicinò i due fratelli travestito da brahmino; le sue prime parole furono così convincenti che Rama disse a Lakshmana che nessuno avrebbe potuto parlare in quel modo senza aver padroneggiato i Veda. Osservò anche che non c'erano difetti nel contegno, negli occhi, nella fronte, nelle sopracciglia o in alcuna parte del brahmino; fece notare a Lakshmana che il suo accento era affascinante, e che ogni nemico con la spada sguainata si sarebbe commosso; elogiò a lungo Hanuman (travestito), dicendo che sicuramente la fortuna avrebbe atteso il re che inviava un emissario così perfetto.
Quando Rama rivelò la Sua identità, Hanuman gli si prostrò dinanzi e Rama lo abbracciò caldamente.
In seguito, la vita di Hanuman sarebbe stata inestricabilmente legata a quella del Signore Rama; Hanuman fu artefice di un'amicizia e alleanza tra Rama e Sugriva, e Rama aiutò Sugriva a riguadagnare il suo onore e lo fece re di Kishkindha (il regno dei vanara), e Sugriva con i suoi vanara aiutò Rama a sconfiggere Ravana e riabbracciare Sita, con Hanuman che giocherà un ruolo fondamentale nell'avventura.
Nella loro ricerca per Sita, un gruppo di varana raggiunse le rive del mare del Sud; dinanzi al vasto oceano, cominciarono a lamentarsi di non poter superare l'ostacolo; anche Hanuman era preoccupato della possibilità che la sua missione fallisse, finché gli altri vanara, specialmente il saggio rso Jambavantha cominciò a elogiarne le virtù. Hanuman allora si ricordò delle sue capacità, ingigantì il suo corpo e attraversò in volo l'Oceano. Hanuman quindi giunse sull'isola di Lanka e trovò Sita; le rivelò la sua vera identità, rassicurandola e confortandola, ed elevò il suo spirito: le offrì di portarla da Rama sulla sua schiena, ma lei rifiutò, dicendo che sarebbe stato un insulto a Rama.
Hanuman che porta il messaggio di Rama a Sita è accostato da alcuni studiosi ad un maestro divino che insegna ad un allievo del Dio Supremo.
Dopo l'incontro con Sita, Hanuman cominciò a distruggere tutto ciò che trovava sull'isola di Lanka; per fermarlo, Indrajit, figlio di Ravana, usò il Brahmāstra. Sebbene immune all'astra, Hanuman, per rispetto di Brahma, si fece catturare; portato al cospetto di Ravana, Hanuman colse l'opportunità per valutare la forza dell'esercito di Ravana: riferì il messaggio di avvertimento di Rama a Ravana, e chiese il ritorno di Sita, informandolo che in quel caso Rama l'avrebbe perdonato. Infuriato, Ravana ordinò che Hanuman fosse messo a morte, ma Vibheeshana, fratello di Ravana, intervenne, facendo notare come fosse empio uccidere un messaggero. Ravana allora commutò la sentenza, ordinando che fosse dato fuoco alla sua coda.
Hanuman prima li disorientò variando la lunghezza della sua coda, ma dopo averli frustrati un po', li lasciò fare, se ne andò con la coda in fiamme e bruciò gran parte dell'isola di Lanka sul suo cammino, prima di spegnere le fiamme nel mare, e fare ritorno da Rama.
Durante la guerra, quando Lakshmana fu severamente ferito da Indrajit, Hanuman fu inviato a cogliere il Sanjivani, una potente erba medicinale, per curarlo; Ravana comprese che se Lakshmana fosse morto Rama si sarebbe probabilmente arreso, e diede allo zio l'incarico di tentare Hanuman con i lussi. Hanuman uccise il rakshasa, ma non fu capace di trovare l'erba prima del tramonto, così sollevò l'intera montagna Dronagiri e la portò a Lanka, dove si fece aiutare da altri a cercare salvando Lakshmana.
Rama lo abbracciò, dicendo che Hanuman gli era caro quanto il suo amato fratello Bharata.
Poco dopo il suo ritorno a Ayodhya, Rama fu fatto re, e decise di ricompensare tutti coloro che lo avevano aiutato a sconfiggere Ravana; alla grande festa che organizzò a corte, tutti i suoi amici e alleati a turno salirono al trono e furono onorati. Anche Hanuman salì, ma senza alcuna intenzione di essere ricompensato: vedendo Hanuman venire a lui, Rama lo abbracciò e disse che non avrebbe mai potuto ricompensare adeguatamente Hanuman per l'aiuto da lui ricevuto. Sita, allora, insistette che fosse Hanuman a scegliere il suo dono: Hanuman chiese a Sita la collana di pietre preziose che aveva al collo, e dopo averla ricevuta cominciò a levare le pietre ad una ad una ed esaminarle. Sorpresi, i presenti chiesero a Hanuman perché stesse distruggendo il dono, e Hanuman replicò che si stava accertando che nelle pietre ci fossero Rama e Sita, perché altrimenti la collana non avrebbe avuto alcun valore per lui.
Qualcuno insinuò che il suo rispetto e amore per Rama e Sita non potesse essere così profondo, al che Hanuman si aprì il petto, e tutti furono sorpresi di vedere che Rama e Sita erano presenti letteralmente nel suo cuore.