Il Dono del Suono
(in P.Gallo Ziffer, Il Dono del Suono. Musica e Spiritualità, Arkieos, Roma 2017)
Prologo
Fin dagli albori della storia umana l'esperienza acustica e musicale è stata una delle manifestazioni più dirette e suggestive del rapporto dell'uomo con il Divino, celebrato sia attraverso il canto che attraverso il suono degli strumenti musicali.
Nelle culture primitive e nelle tradizioni extraeuropee il suono viene concepito infatti come espressione delle realtà del profondo e inteso come manifestazione sovrannaturale delle forze nascoste dietro la realtà fenomenica, come vera e propria voce di Dio: esso si esprime attraverso il concento degli elementi naturali (come il tuono, l'acqua, la pioggia, il vento, il canto degli uccelli e degli altri animali) e si sviluppa attraverso l'azione creativa dell'uomo, che partendo dall'imitazione della natura e da una concezione magica del mondo che lo circonda e dell'ignoto giunge allo sviluppo di miti e credenze sempre più elaborati e complessi, che inseriscono l'esperienza musicale all'interno delle grandi leggi che regolano macrocosmo e microcosmo.
Per poter comprendere profondamente il valore e il significato del suono e della musica, intesi come espressioni dell'anima e della psiche umana, dobbiamo dunque innanzitutto considerare le caratteristiche principali delle diverse tradizioni musicali del passato, alcune delle quali sopravvivono tuttora nella ritualità di popolazioni diverse, sia europee che extraeuropee: dobbiamo infatti conoscere, recuperare e vivere pienamente tutte quelle forme d'arte dimenticate, tutti quei canti, quei rituali e quelle danze che si sono persi nel tempo e nello spazio, la cui memoria sopravvive tuttavia nelle profondità inconsce della psiche collettiva, dalle quali riemerge ciclicamente influenzando a vari livelli le scelte, le motivazioni, i gusti e le tendenze dell'umanità attraverso i secoli.
Vi sono infatti, dietro le loro apparenti diversità, numerosi aspetti in comune nella ritualità e nella musicalità di tradizioni culturalmente e storicamente diverse, aspetti spesso stupefacenti per la loro profondità e identità, che ci testimoniano l'universalità della vita animica e dell'esperienza interiore, espressa in forme e modi tra loro differenti secondo un processo evolutivo che coinvolge la globalità delle manifestazioni umane.
Ciò risulta particolarmente evidente quando dall’antichità passiamo ai giorni nostri, in un mondo che cambia e si trasforma in continuazione: nella musica del nostro tempo siamo infatti giunti a un momento di crisi profonda, in cui ci si domanda da più parti se non sia ormai ora di riconsiderare dalle radici non solo l’aspetto stilistico e formale della creazione artistica, ma anche e soprattutto la sua sorgente ispirativa, la fonte stessa dalla quale essa scaturisce. Ciò che del resto è in crisi ai nostri giorni non sono tanto i linguaggi compositivi o gli stili musicali, quanto piuttosto i contenuti, gli scopi e le finalità dell’arte in quanto tale: ed è qui che la ricerca spirituale assume un posto di rilievo e un peso sempre maggiore nella coscienza collettiva dell’umanità, suscitando un rinnovato interesse nei più diversi settori della società.
Intesa come mezzo per l'interiorizzazione e il contatto con il profondo, la musica viene utilizzata nel nostro tempo come strumento di rilassamento, di purificazione e di meditazione, o adottata come forma di terapia e canale di espressione della creatività e delle realtà psichiche individuali, oppure ancora come manifestazione artistica di simboli e contenuti archetipici collettivi, che sempre più premono per venire alla luce e manifestarsi pienamente alla coscienza dell'umanità.
Notevole è quindi il peso che la dimensione spirituale dell’arte e l’evoluzione interiore dell’artista hanno assunto nella ricerca musicale contemporanea, e che assumeranno in futuro: da Est a Ovest, da Nord a Sud, vi è tutta una corrente ininterrotta di pensiero, in campo artistico, filosofico e spirituale, che considera ormai inscindibili questi due aspetti, e che lavora instancabile per il raggiungimento di una loro piena e definitiva unità.
Ricollegando dunque le manifestazioni musicali del passato con le più moderne sperimentazioni del presente, cercheremo nelle pagine seguenti di gettare un ponte ideale fra queste diverse età dell’uomo, e insieme a esse fra Oriente e Occidente, per giungere infine a quella che a tutti gli effetti possiamo considerare come l'esperienza centrale dell'intero percorso, cioè il canto collettivo dell'Om e la meditazione profonda che ne segue: ci apparirà così un quadro d’insieme articolato e complesso, all’interno del quale ogni fase evolutiva della coscienza si ricollega alla precedente ed è premessa alla successiva, in un processo ininterrotto di evoluzione e trasformazione che dall’alba dei secoli giunge fino a noi, ci attraversa e ci supera.
Ciò avverrà attraverso lo studio e la conoscenza di tre possibili dimensioni animiche, che semplificando abbiamo definito come dimensione magica, dimensione mistica e dimensione cosmica, che rappresentano altrettanti stadi evolutivi nello sviluppo della coscienza umana: la conoscenza e il recupero di queste tre dimensioni nella spiritualità e nell’arte del nostro tempo potranno così contribuire, nel loro piccolo, allo sviluppo di nuove forme di ispirazione e di espressione che comprendano la totalità dell’essere umano e che ricerchino l’unità delle manifestazioni del profondo.
In effetti non siamo che all’alba di una nuova età dello Spirito: l’oscurità della notte è passata, adesso non ci resta che attendere.
Scosse e sussulti,
fiamme vulcaniche e violente inondazioni,
annuncio nel mondo
della convulsa trasformazione del cuore umano.
Tempestosamente prorompono,
scuotendo il globo,
le urgenze evolutive.
Tumultuosamente,
nell’estasi di un’incalzante ondata,
rintoccano i gong della rivoluzione della vita umana.
Ebbro di cambiamento,
danza il nuovo ritmo del tempo,
salutando il nascere
dell’Uomo Totale.
(BABA BEDI, L’Uomo Totale, Età di Urano, Milano 1977, p.120)