Ucraina, o le menzogne del "soft power"
SI PUO' INGANNARE TUTTI UNA VOLTA, QUALCUNO QUALCHE VOLTA,
MAI TUTTI PER SEMPRE (John Fitzgerald Kennedy)
La Russia di Putin, oggi, ha un compito decisivo, che è quello di resistere alla guerra mondiale portata avanti dagli USA contro tutti gli Stati che resistono al suo dominio e alla loro stessa annessione nel circuito della mondializzazione capitalistica. (Diego Fusaro)
Eccoci dunque qui, ancora una volta, a commentare fatti ed eventi che sembrano precipitarci sotto il naso, frutto apparente di una qualche casualità ma in verità accadimenti studiati e meditati da tempo dagli strateghi occulti del soft power occidentale: il mondo sembra infatti di nuovo sull'orlo di una crisi di nervi, con una guerra mondiale apparentemente alle porte e un nemico comune contro cui fare fronte, per difendere una presunta libertà collettiva "europea" e un'ancor più presunta società civile "ucraina" in pericolo.
Dopo anni di attività spionistica sommersa, con schiere di agitatori professionisti inviati o reclutati sul posto dai servizi segreti dell'Occidente, ecco che così finalmente l'Ucraina "libera" si è ribellata al predominio dell'"orso russo" e marcia compatta verso una nuova era di pace e di amore, ostacolata in ciò solamente dalla perfidia dello zar Putin e dalla prepotenza dei suoi apparati militari.
Questa almeno è la descrizione che degli ultimi eventi ci fanno i mass media occidentali, tutti presi dall'ansia propagandistica di far passare la Russia come l'unico responsabile di quanto sta avvenendo in Ucraina e di demonizzarne l'operato una volta di più: dopo lo smacco della mancata guerra alla Siria di Assad, dopo il tentativo fallito di strumentalizzare politicamente le olimpiadi di Sochi e nella speranza che il terrorismo jihadista rialzi la testa nelle terre ex-sovietiche, facendo saltare i difficili equilibri territoriali in cui si barcamena attualmente la Russia, ecco che finalmente l'Occidente è riuscito a costringere Putin a difendersi e a passare per il cattivo di turno, come a suo tempo accadde per Saddam Hussein o recentemente per il siriano Assad.
Sono queste del resto le meraviglie del soft power occidentale, cioè della "guerra occulta" in guanti bianchi che passa come la crociata del bene contro il male: ma cosa s'intende esattamente con questo termine, e in che modo siamo tutti quanti vittime di questa strategia imperialista? Vediamone in breve qualche aspetto saliente, per poi cercare di rintracciarne la presenza anche, e non solo, nell'Ucraina odierna.
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Soft power è un termine utilizzato nella teoria delle relazioni internazionali per descrivere l'abilità di un potere politico di persuadere, convincere, attrarre e cooptare, tramite risorse intangibili quali "cultura, valori e istituzioni della politica". Il termine è stato coniato al principio degli anni novanta da Joseph S. Nye, Jr., della Harvard Kennedy School of Government. Nye partiva dall'idea che a dominare l'atlante geopolitico nel mondo globalizzato debba essere non lo scontro di civiltà, ma un complesso meccanismo di interdipendenze (appunto, il soft power), attraverso cui gli Stati Uniti potessero migliorare la propria immagine internazionale e rafforzare il proprio potere, in contrapposizione all'esercizio dell'hard power, e della conseguente dispendiosa ricerca di nuovi e costosi sistemi d'arma.
(...) Il soft power è dunque "l'altra faccia del potere" (J.S.Nye jr., Soft Power, cap. I, p. 8), contrapposto e complementare all'hard power (...) quale stima qualitativa del grado in cui i valori o la cultura percepiti da una nazione (o individuo) ispirano affinità sugli altri. Il successo del soft power dipende pesantemente dalla reputazione degli attori nella comunità internazionale, così come dal flusso di informazioni tra gli attori. Il soft power è perciò spesso associato con la nascita della globalizzazione e della teoria neoliberista delle relazioni internazionali.
La cultura di massa e i media sono puntualmente indicati come fonti del soft power, come lo sono la diffusione di una lingua nazionale, o un particolare insieme di strutture normative. Una nazione con un ampio accumulo di soft power e con la benevolenza che genera può ispirare gli altri all'acculturazione, evitando il ricorso a costose spese in hard power (da Wikipedia, l'enciclopedia libera)
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Vera e propria forma di manipolazione occulta delle coscienze, pur se celata sotto mentite spoglie, il soft power è dunque l'influsso culturale, politico e filosofico esercitato da uno Stato (o da una coalizione di Stati) verso l'esterno, senza con questo compiere azioni militari di tipo invasivo (che comporterebbero un espansionismo militare attivo, come l'installazione di basi missilistiche, ecc.): un esempio di ciò nel mondo contemporaneo sono i giornali, la televisione, il cinema, la musica, i cibi, le bevande, la moda e la cultura in generale, utilizzati attualmente dal cosiddetto "mondo libero dell'Occidente" come strumenti offensivi di una vera e propria operazione di "colonialismo culturale" a livello internazionale, contro quei popoli e quei governi che ancora resistono, in un modo o nell'altro, all'ingerenza e allo strapotere occidentale nel pianeta.
Ma la Russia a questo gioco non ci sta.
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E' un messaggio chiaro indirizzato, appunto, all'Occidente, che è ora di smettere un'aggressione indiretta - vogliamo chiamare le cose con il loro vero nome. Dopo il rifiuto del presidente Viktor Yanukovich di firmare il Trattato di Associazione (con l'Unione Europea) sono stati impiegati i meccanismi di forza per il rovesciamento del potere legittimo, per far staccare l'Ucraina dalla Russia.
La Russia per più di una volta si è rivolta all'Occidente con la proposta di fermarsi, di condurre le trattative. La risposta era un altro passo dell'aggressione. Ora è stato fatto capire in modo chiaro – esiste una linea rossa. La Russia non permetterà a nessuno di oltrepassarla.
Ora, grazie all'attivismo del Sud e dell'Est e alla posizione di principio della Russia, esistono le possibilità che tutto rientrerà nel corso pacifico. Ora è necessario fermarsi, mettersi al tavolo delle trattative e mettersi d'accordo sull'uscita dalla crisi politica. In tal caso si riuscirà a disinnescare la situazione, poi condurre oneste elezioni democratiche, non sotto le canne di mitra del settore di destra, ma sotto l'osservazione internazionale, e sorgerà un nuovo potere. Il potere attuale in Ucraina – è il potere dei ribelli. (da La Voce della Russia)
Roma, 2 Marzo 2014
https://www.pierluigigallo.org/web/2016-03-18-17-49-41/risonanze/97-ucraina-o-le-menzogne-dell-occidente