KRAK DES CHEVALIERS – Antica sede dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme (a metà strada fra Aleppo e Damasco, e in una posizione strategica perché controllava la Valle della Beqà, la città di Tortosa e l’intera Contea di Tripoli), è il più famoso castello crociato di Terrasanta, dichiarato Monumento Nazionale di Francia durante il mandato d'Oltralpe nella regione e poi regalato nel 1945 al regno hascemita di Siria, nazione cui appartiene attualmente. Una visita sulle sue pendici prima di scendere giù verso il Golan è un‘esperienza indimenticabile per quanti ricercano l’antica origine della Cavalleria in Terrasanta, arroccato com’è sulla cima del monte e rimasto intatto nel corso dei secoli per la sua lontananza geografica dai principali luoghi di scontro durante l’epoca delle Crociate, dove si respira ancora la presenza templare fra le sue mura, a metà strada fra la terra e il cielo e quasi al confine con Eretz Israel.
GAMALA – La "città sul monte" di cui parlano i Vangeli. Roccaforte zelota nell'alta Galilea, fu resa famosa dalla lotta di Giuda il Galileo contro l'occupazione romana, non terminata con la sua morte ma proseguita anche ai tempi di Gesù e successivi. Qui il Maestro si rifugiava tra i suoi, circondato dalle milizie zelote che considerandolo come il Messia lo proteggevano e lo scortavano, in attesa di una rivolta che non avvenne mai. Chiamata il "nido dell'aquila" per la sua natura inaccessibile e austera, vi si attendeva da generazioni la venuta dell'Unto in mezzo all'élite aristocratica della resistenza ebraica: quando i combattenti sicari compresero che la sua missione era un'altra, dopo tutti gli sforzi fatti per accompagnarlo e difenderlo, lo considerarono un tradimento e lo abbandonarono senza più protezione, pronto a cadere in mano ai romani che lo braccavano. Una visita mozzafiato per toccare con mano "l'altra storia" del Maestro di Galilea.
TIBERIADE – Il "mare di Galiea" (Kinneret) di cui parla il Vangelo. Chi vuole incontrare il Maestro deve per forza venire sulle sue rive, accanto all'acqua dolce e tranquilla che ne trasmette il ricordo e ne rievoca la presenza. Leggere i Vangeli in greco seduti sulle sue sponde è un'esperienza unica e indimenticabile, perché tutto rinasce e prende vita se ci si trova nei luoghi antichi dove ogni cosa è iniziata, senza le tante ricostruzioni e sovrapposizioni successive, che nel corso dei secoli ne hanno trasformato il messaggio e l'hanno anche in qualche modo tradito... dall'altra parte, nel Golan, ci sono i resti della rocca di Gamala, cosicché pace e guerra si alternano ancora in questa parte remota della Galilea. Peccato che i grandi alberghi israeliani, dalle dimensioni colossali, ne abbiano alterato il paesaggio non meno delle moderne chiese cattoliche sparse qua e là in lungo e in largo, ma in fondo la vita continua e non si può rimanere ancorati a un'immagine da cartolina. In ogni caso l'atmosfera è rimasta, e una visita sulle sue rive è a tutti gli effetti un'esperienza affascinante.
SAFED – Città sacra israelitica, fondata biblicamente da Sem e sede da secoli di numerose famiglie sacerdotali, è uno dei principali centri di studi ebraici in Israele fin dal tempo della Reconquista, quando numerosi maestri ed eruditi vi crearono il principale polo intellettuale dell'intera storia diasporica, creandovi nel 1563 la prima stamperia ebraica della Palestina; rabbini del calibro di Mosè Cordovero, Isaak Luria e Josef Caro vi fissarono la residenza, e anche attualmente la città è diventata un polo d’attrazione ideale per tutti i ricercatori e studiosi che si interessino di Cabbalà. Con la sua caratteristica pianta scoscesa adagiata sul versante orientale, fatta di strade strette e tortuose e di casette a un piano sormontate da altane, e con le sue donne bellissime di ascendenza drusa, curda ed ebrea, Safed conserva la fisionomia antica e il profumo nascosto di vicende passate; da non perdere assolutamente una visita alla “sinagoga azzurra” (o Sinagoga Abuhav), uno dei luoghi più belli – e più freschi – della memoria ebraica in Terrasanta.
GERUSALEMME – La città santa per eccellenza per ebrei, cristiani ed islamici. Che la si chiami Al Quds, Yerushalaim o Jerusalem è per l'intero Occidente il vero centro del mondo. Lì il Maestro operò, insegnò e morì, scegliendola come luogo di elezione per la sua missione. Lì era collocato il Tempio di Salomone, simbolo di sapienza e di conoscenza esoterica, la cui fama rimase nei secoli anche dopo la sua distruzione, tanto che pure i Templari vi presero successivamente dimora. Lì è custodito il secondo luogo sacro dell'Islam, quella Moschea della Roccia da cui il Profeta ascese al Cielo a cavallo. Lì è conservata anche la Tomba di Davide, che rappresenta per la memoria ebraica uno dei luoghi più santi e amati, e lì fu prevista (fin dal lontano 1918) l'edificazione della prima Jews University del futuro Stato israeliano, vero centro nodale della cultura ebraica mondiale. Camminare tre le sue vie è dunque un'esperienza centrale per ritrovare lo spirito originario della tradizione esoterica e mistica mediterranea, al di là da ogni steccato confessionale.
QUMRAN – Le famose grotte nel deserto di marna, a sud di Gerusalemme, dove furono ritrovati i cosiddetti "rotoli del Mar Morto"; sede di un importante insediamento esseno, vi si copiavano i testi sacri ebraici, alcuni dei quali vi furono occultati e nascosti forse per salvarli dalla rappresaglia romana. In questo modo ci sono arrivati alcuni libri antichissimi, precedenti la stessa versione masoretica, alcuni dei quali furono ritrovati addirittura a Masada (segno che forse questi antichi asceti e veggenti non erano poi così tanto pacifici, come qualcuno vorrebbe). Esseno era anche, probabilmente, Giovanni il Precursore ("voce di chi grida: nel deserto"), che battezzava nel Giordano poco più a nord, e lì forse si ritirò anche Gesù durante i famosi 40 giorni di digiuno. Una visita spettacolare per chi vuole rivivere in prima persona l'ambiente esseno originario, dove il cosiddetto "resto d'Israele" si era rifugiato e nascosto, per secoli, onde non farsi contaminare dalla profanazione ellenistica del Secondo Tempio.
GEBEL MUSA – La "montagna di Mosè" (o almeno presunta tale) nel deserto meridionale del Sinai: è uno dei luoghi più sacri per le religioni del Libro, là dove tutto è iniziato, dove il Signore si è rivelato e il popolo eletto (the chosen people) ha ricevuto la Legge. Detto anche Oreb, ai suoi piedi sorge il monastero ortodosso di Santa Caterina, da cui si parte per la lunga e faticosa salita per le sue pendici. La tradizione cabbalistica stessa ha avuto simbolicamente origine da qui, quando i Settanta attendevano con Aronne la discesa del Profeta dal monte, avvolto dalla nuvola, dopo "aver visto Dio faccia a faccia." Porta ideale della Terra Promessa da sud, rappresenta il luogo della rivelazione divina per gli insegnamenti mistici dei tre monoteismi abramitici, eredi diretti di quella tradizione noachica che il grande rabbino Benamozegh considera il vero centro ed origine di tutta la storia umana. Iniziare o finire da qui il nostro viaggio significa quindi "fare del deserto la propria casa", un'esperienza unica per tutti coloro per cui l'esilio non è mai terminato.
MAEROTIS - Sulle rive di questo lago nei pressi di Alessandria d'Egitto (ormai parzialmente interrato e salato, ma un tempo ricco di vegetazione e di fauna lacustre) si trovava anticamente l'insediamento ebraico dei Terapeuti, una comunità ascetica di studiosi e di mistici dedita alla conservazione e alla trasmissione del culto solare del faraone Akhenaton, così come presente sub rosa nella tradizione mosaica originaria. Ce ne parla diffusamente Filone (anch'egli probabilmente un adepto) nel De vita contemplativa, e i primi storici della Chiesa (Eusebio, fra tutti) si riferiscono ad essi come a dei monaci cenobiti cristiani ante litteram. Nei suoi pressi si trova la città di Taposiris Magna, fondata da Tolomeo IV Filadelfo, il cui significato è "la grande tomba di Osiride", così chiamata per la presenza di un tempio egizio in onore del dio e di un importante santuario in epoca alessandrina. Si ritiene che vi siano stati sepolti Antonio e Cleopatra dopo il loro suicidio in seguito alla battaglia di Azio; oggi non esiste più niente, ma la sua importanza simbolica per l'intera tradizione mediterranea rimane intatta nel corso dei secoli.