DETTI E FATTI DEI PADRI DEL DESERTO – La più famosa raccolta di aforismi e racconti della tradizione cristiana orientale del IV secolo, quando la Chiesa stava diventando "vincente" e chi voleva salvare la propria anima fuggiva le tentazioni del mondo cercando i deserti. Per secoli è stata la bibbia della tradizione ortodossa, dalla Russia all'Athos, da Bisanzio ad Alessandria, dalla Siria all'Armenia, influendo e modellando profondamente anche il nascente monachesimo occidentale. Schiere di monaci e di ricercatori si sono formati e cresciuti attraverso questi racconti, profondamente attuali anche al giorno d'oggi: termini come "esicasmo" e "preghiera del cuore" sono divenuti di moda anche grazie a questo prezioso testo, al di là da ogni logica confessionale o speculativa. Un viaggio all'interno di sé sulle orme dei Padri.
* Detti e fatti dei Padri del deserto (a cura di C. Campo e P. Draghi), Bompiani, Milano 2000
I MISTICI DELL'ISLAM – Raccolta di testi sufi dei principali esponenti della mistica islamica: poesie, racconti, aforismi, insegnamenti e testimonianze attraverso i secoli, da Rumi ad Attar, da Arabi a Kayamm, insieme a moltissimi altri, selezionate in modo intelligente e affascinante da una vera cultrice della materia. Per capire da vicino l'essenza profonda di una via mistica al contempo religiosa e profana, antica e moderna, sensuale e austera, fuori da ogni banalità a buon mercato. Non è certo un caso che i tagliagole dell'Isis, e prima di essi gli stessi talebani, si siano accaniti contro santuari ed esponenti di questa antica tradizione mistica: come può infatti la barbarie fondamentalista, rozza e primitiva nella sua intolleranza, capire e apprezzare le sottigliezze esoteriche della ricerca interiore? Una speranza per l'Islam futuro che affonda le sue radici nell'Islam passato.
I RACCONTI DEI CHASSIDIM – Grandiosa raccolta di storie chassidiche, trasmesse ai posteri da Martin Buber come vero e proprio testamento spirituale.Vi si ritrovano fusi insieme i più profondi insegnamenti della mistica ebraica, intrisi di Cabalà e Sephiròth, di devozione e speranza, di conoscenza e martirio, con aneddoti magici e sapienziali dal sapore fiabesco, miracoloso e drammatico al tempo stesso. Tutti i principali concetti esoterici che oggi conosciamo attraverso l'Oriente – da quello di karma a quello di reincarnazione, dalla veggenza alla trance, fino a fenomeni "paranormali" come la bilocazione e la taumaturgìa – sono presenti in queste pagine, a testimonianza di una tradizione spirituale dal sapore misterioso e sconosciuto, fra le più alte e profonde dell'intera umanità. Come diceva infatti l'antico zaddik, "a noi convengono tre cose: inginocchiarsi in piedi, danzare immobili, gridare in silenzio."
* I racconti dei Chassidim, (a cura di Martin Buber), Longanesi, Milano 1962
LO YOGA DELLA BHAGAVAD GITA – Forse la più completa e profonda esegesi di questo antico testo sacro indiano, compiuta dal grande filosofo Sri Aurobindo Ghose, vero e proprio pandit illuminato del nostro tempo, che l'ha interpretato attraverso la propria originale e acuta sensibilità, al di là dei tanti luoghi comuni che crescono rigogliosi ovunque, anche e soprattutto nell'India moderna. Interessante e famosa, ad esempio, è la sua critica della non-violenza gandhiana (da lui avversata anche sul piano politico, al tempo della lotta di liberazione dagli inglesi), presente in uno dei capitoli iniziali, dal titolo Kurukshetra, dove egli spiega le ragioni mistiche e filosofiche dello ius ad bellum induista, il cosiddetto ghoran karma, al di là da ogni buonismo o pacifismo di maniera. La vera unione fra Oriente e Occidente, quella basata sull'esperienza interiore, non può che iniziare e proseguire da qui.
* Sri Aurobindo, Lo Yoga della Bhagavad Gita, Mediterranee, Roma 1999
RICORDI, SOGNI E RIFLESSIONI – Vero e proprio "testo sacro" per tutti i seguaci di Jung (insieme all'altrettanto famoso Libro rosso, da poco pubblicato), è l'autobiografia "del profondo" dell'amato maestro: facilmente apprezzabile anche dai non addetti ai lavori, in essa il grande psicanalista svizzero traccia un racconto prezioso e affascinante della propria vita, anche e soprattutto alla luce delle sue decisive esperienze interiori. Vera e propria "mappa dell'anima", consegnata e trasmessa da un testimone d'eccezione, descrive un percorso di individuazione quanto mai originale, che può servire da stimolo per tutti coloro che vogliano cimentarsi con il proprio inconscio. Interessante non tanto perché parla "di" Jung, quanto piuttosto perché parla del Sé "attraverso" la vita di Jung: un particolare non secondario per accostarsi efficacemente a questa lettura e ritrovarvi le impronte della memoria archetipica dell'intero Occidente.
* Carl Gustav Jung, Ricordi, sogni, riflessioni (a cura di Aniela Jaffé), Rizzoli, Milano 2012
L’INIZIAZIONE DEI ROSACROCE – "Nato dalla partecipazione di Édouard Schuré a una serie di lezioni tenute a Parigi nel '1906 dal 'Maestro dei nuovi tempi', questo testo conciso e intenso riporta l'nsegnamento di Rudolf Steiner intorno all’esoterismo della Rosa Crux Veritas, attraverso la rievocazione diretta di quelle lezioni e dalla loro stesura in appunti personali, che di volta in volta lo Schuré raccoglieva avendo il presentimento - poi confermato dai fatti - che il Dottore comunicasse qualcosa di straordinario e difficilmente ripetibile nell'avvenire, data anche l'eccezionalità dell'uditorio, costituito da famosi cultori dell'esoterismo cristiano e da rappresentanti dell’élite culturale europea. Lo stile sintetico degli appunti, lasciato intatto allo scopo di non tradire l'immediatezza mnemonica del contenuto, con la sua semplicità rende più efficace la trasmissione di questo insegnamento iniziatico, forse per la prima volta espresso in un linguaggio umano" (da una nota al volume a cura della Libreria Aseq di Roma).
* Edouard Schuré, L’iniziazione dei Rosacroce, Tilopa, Roma 1981
LA KABBALA’ – Uno dei più bei testi di Alexandre Safran, dove il grande rabbino di Ginevra espone con intensità e precisione l’essenza profonda del chassidismo esoterico e le idee-base della Cabbalà ebraica. Ogni pensiero di questo libro (quando non anche ogni virgola, oserei dire) contiene in sé, implicitamente, tutta la conoscenza rabbinica di interi millenni di storia passata, e ci presenta, diversamente dai già citati Racconti di Martin Buber (in cui è presente un certo afflato pietista, molto apprezzato dai lettori cristiani), una lettura esoterica profondissima di quella sorta di circuito chiuso a carattere endogeno - e in qualche modo archetipico - rappresentato dalla radice ebraica più vera di questa antichissima tradizione acroamatica. Personalmente lo leggo soltanto di sabato, affinché i suoi benefici influssi creino in me e intorno a me quell’aura poetica (e al tempo stesso anche mistica) che sottintende quest’opera, nella speranza di riuscire un giorno veramente a comprendere l’essenza reale di questa via spirituale.
* Alexandre Safran, La Kabbalà, Carucci Editore, Roma 1981
SIDDHARTA – Probabilmente il testo più bello di Hermann Hesse, nella sua apparente semplicità disarmante costituisce un esempio di come essa non sia affatto un limite per la cultura e per la ricerca interiore dell'uomo, bensì una risorsa fondamentale che ci consente di risalire alle fonti senza perdere la spontaneità originaria. Considerato da generazioni intere di ricercatori e di hippies come il vangelo ante litteram del "viaggio in India", rappresenta in un certo senso la mappa di un Grand Tour dello spirito alla ricerca delle sorgenti del Gange, là dove induismo e buddhismo - nel contesto storico del VI secolo a.C. - rappresentavano ancora un tutt'uno indistinto e un'identica costola del Sanathana Dharma. Chiunque voglia conoscere il senso profondo dell'esperienza interiore, così com'è presentata dalla tradizione orientale, non può che partire necessariamente da qui, per poi dirigersi verso altri lidi dopo aver ricevuto l'imprinting iniziale con tutti i crismi e le benedizioni di rito.
* Hermann Hesse, Siddharta, Adelphi, Milano 1992