L'ARRIVO DEGLI AZTECHI A TENOCHTITLAN E LA FONDAZIONE DEL TEMPIO MAGGIORE
Finché durerà il mondo, vivranno la fama e la gloria di Mexico Tenochtitlan
(Chimalpain, Memorial breve)
Io vi servirò da guida, disse Huitzilopochtli (divinità azteca, dio della vita e protettore del popolo azteco, n.d.r.), io vi mostrerò il cammino.
Gli Aztechi iniziarono a venire fin qui, esistono, sono dipinti, si chiamano in lingua azteca quei luoghi per dove andarono passando gli Aztechi. E quando vennero gli Aztechi, certamente andavano senza fissa direzione, furono gli ultimi. Nella loro venuta, seguendo il loro cammino, non furono accettati in alcuna parte.
Da tutte le parti erano rimproverati. Nessuno conosceva le loro fattezze. Da tutte le parti gli dicevano: "Chi siete? Da dove venite?", così che non si poterono stabilire da nessuna parte, solamente gli si tiravano pietre, da tutte le parti erano scacciati.
Passarono per Coatepec, passarono per Tollan, passarono per Ichpuchco, passarono per Ecatepec. Poi arrivarono a Chapultepec, dove venne a stabilirsi molta gente. E già esisteva la signoria di Azcapotzalco in Coatlinchan, in Culhuacan, però ancora non esisteva Mexico.
Ancora vi erano paludi di canne e giunchi là dove ora è Mexico Tenochtitlan.
Miguel Portilla Leon,
Los antiguos mexicanos a través de sus crónicas y cantares, Messico 1990
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Essi, vedendo che tutto ciò non mancava di mistero, andarono avanti per cercare il vaticinio dell'aquila, e andando da una parte e dall'altra videro il fico d'India e lì sopra l'aquila, le ali distese verso i raggi del sole, godendo del suo calore e del fresco della mattina, e tra gli artigli aveva un uccello molto bello con penne molto pregevoli e splendenti.
Essi, come la videro, si fecero umili, quasi riverendola come cosa divina: l'aquila, come li vide, fece loro omaggio abbassando il capo in direzione di tutte le parti dove loro stavano.
Essi, vedendo l'omaggio dell'aquila e poiché avevano già visto quello che desideravano, iniziarono a piangere e a fare grandi segni di devozione e cerimonie e grandi segni di festa in segno di allegria e contentezza, in segno di ringraziamento, dicendo:
Dove abbiamo noi meritato tanto bene? Chi ci ha reso degni di tanta grazia, grandezza ed eccellenza? Già abbiamo visto quello che desideravamo, già abbiamo raggiunto quel che cercavamo e abbiamo trovato la nostra città e il nostro posto: sia resa grazia al Signore del Creato e al nostro dio Huizilopochtli!
Poi, il giorno seguente, il dotto sacerdote Cuauhtloquetzqui disse a tutti i membri della compagnia:
Figli miei, ragione vi è per essere grati al nostro Dio e che gli rendiamo grazie per il bene che ci fa: andiamo tutti e facciamo in quel luogo del fico d'India una piccola cappella dove riposi d'ora in poi il nostro Dio.
frà Diego Duran,
Historias de las Indias de Nueva Espana, Messico 1581