Divide et Impera, mentre l'Iraq va in fiamme
HANNO FATTO IL DESERTO E L'HANNO CHIAMATO PACE (TACITO)
Predatori del mondo intero, (...) dopo aver devastato tutto, non avendo più terre da saccheggiare, vanno a frugare anche il mare; avidi se il nemico è ricco, smaniosi di dominio se è povero, tali da non essere saziati né dall'Oriente né dall'Occidente, gli unici che bramano con pari veemenza ricchezza e miseria.
Distruggere, trucidare, rubare: questo, con falso nome, chiamano Impero e là dove hanno fatto il deserto, lo hanno chiamato Pace. (Publio Cornelio Tacito, La vita di Agricola)
Riflessioni sull'Italia di oggi
SEMBRA POLITICA MA E' FILOSOFIA, SEMBRA FILOSOFIA INVECE E' POLITICA: UNA VOCE FUORI DAL CORO.
http://meridianamagazine.org/20140607/lo-studioso-di-marx-renzi-e-tsipras-due-facce-della-stessa-medaglia/
(…) Così l'imperatore marciò alla testa del corteo, sotto il grande baldacchino, e la gente per la strada e alle finestre non faceva che dire: "Dio mio, quanto sono belli gli abiti nuovi dell'imperatore! Gli stanno proprio bene!". Nessuno voleva confessare di non vedere niente, per paura di passare per uno stupido, o un incompetente. Tra i tanti abiti dell'imperatore, nessuno aveva riscosso tanto successo.
Miseria del laicismo
UNA CRITICA DELLA VULGATA LAICISTA DA UNA DELLE MENTI PIU' ACUTE DELL'ITALIA CONTEMPORANEA (per saperne di più https://www.youtube.com/user/debolpensiero)
di Diego Fusaro, 3 giugno 2013
http://www.lospiffero.com/cronache-marxiane/miseria-del-laicismo-10881.html
Il primo gesto filosofico consiste sempre nell’esercizio del dubbio, vuoi anche nella cartesiana forma “iperbolica”, rispetto ai luoghi comuni e alle verità inerzialmente ammesse dai più. Il cosiddetto "laicismo" può, a giusto titolo, costituire un fecondo luogo di esercizio del dubbio filosofico. Il laicismo – vera e propria religione del nostro tempo – si presenta infatti urbi et orbi come ideologia neutra e avalutativa, che assume come scopo primario la liberazione dell’uomo dalle visioni assolutistiche, quando non fondamentalistiche, e dunque anzitutto da quelle religiose.
La crisi ucraina come specchio della crisi europea
UN INTERVENTO ILLUMINANTE SULL'ALLONTANAMENTO EUROPEO DALLA TRADIZIONE MEDITERRANEA E SUL SUO ASSERVIMENTO ALL'ASSE ATLANTICO ANGLO-AMERICANO
Pubblichiamo l’intervento del filosofo e saggista britannico John Laughland, Direttore di Studi dell’Institut de la Démocratie et de la Coopération di Parigi, pronunciato presso la Sala Gialla di Palazzo dei Normanni in occasione del primo seminario del Colloquium italo-russo dell’IsAG 2014, La Russia e il Mediterraneo: storia, cultura geopolitica , tenutosi a Palermo il 28 aprile 2014.
Vedi anche, a questo riguardo, il nostro articolo Ex Oriente Lux nel banner Risonanze.
Gentili Signore e Signori, stimati colleghi e amici, nel corso del mio intervento desidero avanzare alcune riflessioni relative alla crisi in Ucraina dal punto di vista del Mar Mediterraneo.
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La memoria negata
PER NON DIMENTICARE CIO' CHE INVECE IN MOLTI VORREBBERO DIMENTICARE, NELL'OMERTA' GENERALE *
Fu una pulizia etnica, bisognava far fuori gli italiani: allora si chiamarono fascisti e si ammazzarono, e si buttarono nelle foibe. (…) Però io ti posso dire questo: che come testimone oculare io ho visto anche in Croazia delle cose, da parte degli italiani, su cui è meglio sorvolare. Perché anche noi le abbiamo commesse, perché la guerra le comporta, questo é fatale, ecco. Quindi non facciamo tanto i moralisti. (Indro Montanelli, intervista al TG2, Febbraio 2005)
Il 10 febbraio è la Giornata del Ricordo, festa solenne nazionale italiana, istituita con la Legge 30 marzo 2004 per commemorare le vittime dei massacri delle foibe e l’esodo giuliano – dalmata. Non tutti sanno però, oppure non tutti vogliono ricordare, quello che dal 1943 al 1947 accadde a Trieste, a Gorizia e in Istria a migliaia di cittadini italiani, per mano dei partigiani comunisti e delle truppe jugoslave comandate da Josip Broz, noto come il Maresciallo Tito.